Attività poliedrica per la città: ricordando il maestro Mario Matteotti.
Si chiude, dunque, ad età veneranda la vicenda terrena del maestro Mario Matteotti. Lo ricordo,…
sabato, 12 Ottobre 2024
Si chiude, dunque, ad età veneranda la vicenda terrena del maestro Mario Matteotti. Lo ricordo,…
Nella tornata elettorale per il ballottaggio, domenica 4 ottobre 2020, hanno partecipato al voto 7.287 elettrici ed elettori, in percentuale il 51,72 % degli aventi diritto. In termini assoluti hanno votato 1.789 persone in meno rispetto al primo turno del 20 e 21 settembre 2020: il superamento della soglia del 50%, tuttavia, rende democraticamente indiscutibile il valore finale del risultato.
Il candidato Mosaner ha ottenuto 3.503 voti (pari al 49,02 % dei voti validi), la candidata Santi ha ottenuto 3.643 voti (pari al 50,98 % dei voti validi) ed è, quindi, risultata eletta nuovo Sindaco di Riva del Garda. Le schede bianche sono state 52, le schede nulle 89.
La composizione del Consiglio comunale, in base alle norme vigenti, prevede per i seggi da attribuire (21 su 22: il ventiduesimo è il Sindaco) il premio di maggioranza del 60%, fino a un massimo del 70%, in ragione del risultato raggiunto dalle liste che hanno appoggiato il candidato vincitore. Per questo la coalizione di Santi (che aveva sottoscritto l’apparentamento con la coalizione di Malfer, giunta terza al primo turno) ha ottenuto 14 seggi consiliari, mentre alla coalizione di Mosaner sono stati attribuiti 7 seggi consiliari.
La complessiva distribuzione dei seggi corrisponde quasi al risultato raggiunto dalle liste al primo turno: sotto questo profilo il Consiglio raggiunge una significativa rappresentatività rispetto alle intenzioni espresse dall’elettorato nella fase in cui la partita era ancora aperta a cinque candidati e diciotto liste in competizione.
Una prima considerazione: per la prima volta dal 1946 (prime elezioni amministrative democratiche) nella nostra città il Sindaco è una donna. Si tratta di una novità anche con riferimento alle altre quattro maggiori città del Trentino (Trento, Rovereto, Pergine ValSugana, Arco).
Una seconda considerazione: si è concretizzato un deciso cambiamento rispetto al recente passato, poiché sia al primo, sia al secondo turno di votazioni l’elettorato, a maggioranza, ha democraticamente espresso un giudizio non positivo sulla conduzione della Amministrazione comunale nel decorso quinquennio.
Questa evidenza consolida anche nella nostra realtà comunale il valore del principio della alternanza, tante volte considerato ‘il sale’ della democrazia rappresentativa.
Se volessimo entrare nel merito del risultato dovremmo constatare che il richiamo alla polarizzazione ideologica (tentato da Mosaner come argomento unico e definitivo per il ballottaggio) può sicuramente essere risultato convincente per molte persone, che al primo turno avevano votato per la coalizione di Malfer o per la lista di Matteotti o per la lista di Fraboschi, ma solo poco più di 400 di esse hanno tradotto al ballottaggio tale impostazione ideologica in un voto allo stesso Mosaner.
Mentre ben di più non hanno partecipato al voto del ballottaggio (pur non condividendo l’apparentamento fra Malfer e Santi) proprio per non dover votare Mosaner: non volendo -cioè- smentire il senso del voto espresso al primo turno per Malfer, Matteotti o Fraboschi.
Mi trovano alquanto perplesso le riflessioni di chi, in fase di primi commenti all’esito del voto, ha imputato a chi ha vinto la colpa di avere vinto; poi, resosi forse conto dell’eccesso, ha imputato l’esito negativo per la coalizione del Sindaco uscente a poteri o suggeritori occulti, a manovratori prezzolati, a traditori di non si sa bene cosa.
Dimenticando (volutamente?) che sovrano è l’elettorato.
Una serena, pacata, prolungata riflessione in casa propria potrebbe forse sortire (in zona Partito democratico e viciniore) una analisi autocritica sulle cause del proprio risultato deludente, perché non si contribuisce certo a rafforzare la tenuta democratica della comunità operando semplicemente una delegittimazione della parte di elettorato (in questo caso maggioritaria), che ha votato diversamente dalle proprie attese.
Sotto questo profilo, da cittadino di Riva del Garda e da ex amministratore comunale, mi ha davvero mortificato la scelta del Sindaco uscente di non presentarsi in Municipio, lunedì 5 ottobre 2020, per effettuare almeno simbolicamente le consegne alla nuova Sindaco della nostra città: la signora Santi è stata ripresa dal Telegiornale regionale mentre percorreva in solitaria il corridoio di accesso allo studio del Sindaco ed è stata fotografata mentre ad aiutarla ad indossare la fascia tricolore era la dipendente comunale addetta alla segreteria del Sindaco.
Nel 2010, il giorno stesso dell’esito delle elezioni comunali, quale Sindaco uscente avevo personalmente posto sulle spalle di Mosaner la fascia tricolore e gli avevo consegnato il mazzo di chiavi del Municipio, quale segno di ‘presa di possesso’.
Posso capire la delusione, anche cocente, per la mancata rielezione, ma la Istituzione viene prima di tutto e la forma, in essa, tante volte è sostanza: il semplice gesto delle consegne va a riconoscimento, anzitutto, della persona del nuovo Sindaco, quindi dell’esito delle elezioni democratiche, quindi del valore -appunto- della Istituzione comunale. Ed è espressione di massimo rispetto verso la propria città.
Il sole è sorto, il 5 ottobre, su vinti e vincitori, ma dobbiamo condividere il principio che la città è indivisa, che le cittadine e i cittadini sono tutti uguali, che la comunità rivana vale tutta intera, senza nemici da esecrare ed amici da esaltare.
Credo che sarebbe ottima cosa se sia tra i vinti sia tra i vincitori si smettesse di utilizzare i canali informatici per scaricare addosso agli altri ogni sorta di vituperio, di primo pensiero che viene in mente, di maldicenza, di irrazionale ed emotiva reazione agli eventi: la qualità delle relazioni interpersonali dovrebbe tornare ad essere da parte di tutti il sano obbiettivo politico da perseguire nell’immediato.
Nella consapevole distanza di ideali di riferimento di ciascuna e di ciascuno, il rispetto reciproco resta a base di una sana esperienza democratica.
Ne va della qualità del nostro futuro come comunità cittadina.
Claudio Molinari.
Riva del Garda, 9 ottobre 2020.